Energie rinnovabili: il biogas |
Aspetti fiscali connessi alla produzione e cessioneNell’ambito delle energie rinnovabili, l’Italia si è impegnata fin dal 2007 insieme agli altri paesi aderenti all’UE a raggiungere entro il 2020 gli obiettivi del 20% di energia da fonti rinnovabili, 20% di risparmio energetico, 20% di riduzione di CO2. Una prima risposta a tale impegno è stata la finanziaria del governo Prodi (legge 24-12-2007), che introduceva interessanti novità normative; confermate successivamente dal governo Berlusconi, fino all’ultima legge 23 luglio 2009 n. 99 che definisce con chiarezza, almeno per i piccoli impianti a energia rinnovabili, il quadro normativo. Il settore delle energie rinnovabili è piuttosto ampio, spazia dal solare all’idroelettrico, dall’eolico alle bioenergie; proprio su queste ultime intendiamo focalizzare la nostra attenzione e in particolare su una di esse.
Le bioenergie. Per bioenergie si intendono le biomasse così definite dalla direttiva 2009/28/CE: “la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”. Nell’ambito delle biomasse riveste particolare interesse per le aziende agricolo-zootecniche il biogas, una biomassa gassosa ottenuta dalla fermentazione anaerobica (assenza di ossigeno libero), con una percentuale di metano che varia dal 65% al 50%. Punto di partenza per ottenere il biogas sono reflui zootecnici (bovini, suini) e coltivazioni erbacee dedicate (mais , sorgo, cerali autunno vernini), che vengono miscelati all’interno di appositi contenitori coperti detti digestori. Nei digestori avviene la fermentazione anaerobica che dura dai 30 ai 60 giorni a seconda delle condizioni, in essa essenzialmente avvengono trasformazioni di tipo biologico, con la conversione delle sostanze organiche in un gas biologico, detto appunto biogas. Il gas prodotto pur avendo un potere calorifico inferiore a quello del metano, può essere utilizzato per le necessità energetiche dell’azienda stessa per produrre energia elettrica e termica da vendere in rete. I meccanismi per produrre energia sono piuttosto semplici:
Aspetti fiscali e tributari Negli ultimi anni il legislatore, nell’ottica dello sviluppo dellaproduzione di energia mediante fonti rinnovabili, ha introdotto disposizioni dicarattere fiscale volte ad incentivare l’esercizio di tale attività da parte degliimprenditori agricoli. In particolar modo l’articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2005, n.266 (legge finanziaria per il 2006) ha stabilito che “La produzione e lacessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali effettuate dagliimprenditori agricoli costituiscono attività connesse ai sensi dell’articolo 2135,terzo comma, del codice civile e si considerano produttive di reddito agrario”. Lo scorso 6 luglio l’Agenzia delle Entrate ha emanato la Circolare 32/E, con la quale fornisce chiarimenti in merito alle problematiche fiscali legate alla classificazione del reddito ritraibile dalla produzione e cessione di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. La conclusione a cui giunge l’Agenzia è chele attività effettuate dagliimprenditori agricoli di produzione e cessione di energia elettrica e calorica dafonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche, nonché di carburanti e prodottichimici ottenuti da vegetali derivanti prevalentemente dal fondo, costituisconoattività connesse ai sensi dell’articolo 2135 del codice civile e si consideranoproduttive di reddito agrario. Perché scegliere il biogas. L’energia prodotta da fonti rinnovabili presenta vantaggi di diverso ordine che andremo qui ad elencare:
articolo a cura di Roberto Di Carlo Andrea Ficola |
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